5 raccomandazioni per un medico “green”

Circa il 5% circa delle immissioni in atmosfera di gas clima-alteranti provenienti dalle attività umane è riconducibile ai servizi sanitari, circa il doppio dell’intero trasporto aereo.

Il controllo dell’eccesso di prestazioni è considerato tra le più importanti misure di contenimento dell’impronta climatologica dei servizi sanitari, oltre che un valido strumento per evitare gli sprechi e migliorare la qualità delle cure.

ISDE Italia, ha recentemente definito 5 raccomandazioni per il Medico  green.

La salute prima della malattia: non trascurare la prevenzione primaria e la valorizzazione della salute.

La salute dipende in larga misura dall’ambiente fisico e sociale in cui viviamo e dagli stili di vita che adottiamo. Il Medico di Medicina Generale ha un rapporto previlegiato con il paziente e lo segue per una vita intera. Ogni incontro può quindi essere utilizzato per aiutarlo ad assumere abitudini di vita salutari (per lui e per l’ambiente) quali: seguire una dieta prevalentemente vegetariana, svolgere attività fisica moderata, avere un maggior contatto con la natura.

Non prescrivere esami di routine, senza una precisa ipotesi diagnostica.

Prescrivere esami inutili è dannoso per i pazienti e per l’ecosistema e rappresenta un deprecabile spreco di risorse. Ad eccezione dei tre programmi di screening oncologici raccomandati dal Ministero della Salute (cancro della mammella, della cervice uterina e del colon retto), non è appropriato prescrivere esami periodici di routine, senza una correlazione clinica o una logica secondo la quale, in base alla visita, all’anamnesi e alla presenza di fattori di rischio (età, sesso, lavoro, ambiente…) il medico ipotizza la presenza di determinate patologie.

Non prescrivere in molte patologie croniche farmaci come primo step terapeutico, ma promuovere il cambiamento degli stili di vita.

Ipertensione, diabete mellito e dislipidemie, le tre patologie più trattate dal Medico di Medicina Generale, si giovano di un trattamento educazionale in fase di prevenzione e come terapia, in associazione o meno con la farmacoterapia.

Un’attività fisica moderata, una dieta migliore a maggiore componente vegetale e l’attenzione a un ambiente meno inquinato riducono l’impronta carbonica, migliorano la qualità di vita, la sopravvivenza e, in alcuni casi, riducono o azzerano la necessità di terapia farmacologica.

Non prescrivere di routine inalatori spray ma inalatori in polvere.

Asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) si giovano di farmaci per via inalatoria, disponibili in due formulazioni farmaceutiche: con erogatore spray e con erogatore in polvere. Compatibilmente con le caratteristiche del paziente vanno prescritti di preferenza i secondi per tre motivi:

• facilità di utilizzo: infatti essi non necessitano di distanziatori o di particolari accorgimenti

• efficacia: le polveri raggiungono meglio le vie aeree distali rispetto agli spray

• sostenibilità ambientale: gli inalatori spray contengono come propellenti idrofluorocarburi, gas a forte effetto serra, e hanno una impronta carbonica oltre 40 volte superiore agli erogatori in polvere.

Non rilasciare impegnative cartacee ma dematerializzare tutte le impegnative.

In media un Medico di Medicina Generale prescrive oltre 20.000 impegnative all’anno: la dematerializzazione permette di ridurre notevolmente il consumo di carta, energia e inchiostro, e di conseguenza l’impatto sull’ecosistema.

Fonte: https://choosingwiselyitaly.org/societa/isde/