A cura di Umberto De Conto

In un’epoca in cui il ritorno al nucleare viene narrato come inevitabile e moderno, il dott. Giovanni Ghirga, medico e membro di ISDE Italia, ci invita, nella sua lettera aperta pubblicata su un quotidiano nazionale l’8 luglio scorso, a un’analisi più lucida, scientifica e soprattutto urgente. Un appello pacato, non ideologico, a rifiutare una strada che appare sempre meno compatibile con i tempi, i rischi e le reali esigenze della transizione energetica.
Il nucleare — anche quello di “nuova generazione” come gli Small Modular Reactors — si presenta come una promessa fragile: costosissima, lenta da realizzare, vulnerabile e antidemocratica. Proprio così; non è scalabile dal basso, non è gestibile dalle comunità, non si installa su un tetto o in un quartiere. Richiede centralizzazione estrema, controlli rigidi, tecnologie proprietarie e, soprattutto, fiducia cieca in apparati tecnici e politici. Al contrario delle energie rinnovabili, il nucleare non consente partecipazione, non distribuisce potere, non crea reti orizzontali.
Leggi tutto “Perché dire no al nucleare nel 2025: una scelta di responsabilità”