Quali sono le strategie di protezione individuali più efficaci per mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico?

Una revisione narrativa della letteratura pubblicata sull’ ultimo numero di Epidemiologia e Prevenzione ci aiuta a chiarire molti dubbi sull’efficacia delle strategie di protezione individuali per mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico. L’articolo ribadisce ovviamente che la riduzione delle emissioni rappresenta l’intervento primario e imprescindibile per mitigare gli impatti sulla salute derivanti dall’inquinamento atmosferico, ma descrive e valuta l’efficacia di tutte le misure di protezione individuale che possono aiutare sia le persone sane che quelle ammalate nelle varie fasce di età. Le categorie a rischio considerate comprendono bambini, anziani, individui affetti da patologie cardiovascolari e respiratorie. Le strategie di protezione personali esaminate includono l’impiego di purificatori d’aria, l’uso di mascherine respiratorie, la limitazione dell’esposizione in determinati periodi e luoghi, la pratica sportiva, la preferenza per mezzi di trasporto al ternativi e l’uso di sistemi di monitoraggio ambientale. Ricco di informazioni concrete e di facile applicazione, l’articolo si pone come uno strumento utile per la creazione di documenti di indirizzo e interventi di comunicazione e prevenzione. Riportiamo alcune indicazioni che emergono dalla lettura dell’ articolo.

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Polveri sahariane: il fenomeno si sta modificando in relazione alla crisi climatica?

Un articolo pubblicato recentemente su “Epidemiologia e Prevenzione” segnala la correlazione tra l’intensità delle polveri sahariane e i cambiamenti climatici.

Durante il 2024, si è osservato un elevato numero di episodi di inquinamento da polvere sahariana in Europa. L’intensità e la frequenza di questi eventi è aumentata negli ultimi decenni in correlazione a cambiamenti nei modelli di circolazione atmosferica associati alla crisi climatica in corso.

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Revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria

ll Parlamento europeo ha adottato in via definitiva l’accordo politico provvisorio con i governi dell’UE su nuove misure per migliorare la qualità dell’aria nell’UE ed eliminare i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità. La direttiva stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi per il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), il biossido di azoto (NO2) e l’ anidride solforosa (SO2).

In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall’inquinamento atmosferico potranno intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata.

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Mal’Aria di città nel 2023

Nel 2023 sono state 18 le città italiane a non rispettare il limite previsto per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (μg/mc). In testa alla classifica delle città fuorilegge secondo la normativa vigente c’è Frosinone, con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (Grassi) con 66 giorni e Treviso con 63 (registrati nella centralina di strada S. Agnese).

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Qualità dell’aria: Consiglio e Parlamento raggiungono un accordo per rafforzare le norme nell’UE

La presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta tesa a definire a livello di UE standard di qualità dell’aria da raggiungere nell’ottica di realizzare l’obiettivo di inquinamento zero, contribuendo così a un ambiente privo di sostanze tossiche nell’UE entro il 2050. L’accordo deve ancora essere confermato dalle due istituzioni prima che si possa passare alla procedura di adozione formale. 

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