Importanza della Commissione Ambiente negli Ordini dei Medici. L’esperienza di Trento.

A cura di Anna Pozzatello

Segnaliamo questo mese l’articolo di Paolo Bortolotti pubblicato sul Cesalpino n. 64/2025 (pp 45-46). Partendo dall’articolo 5  del nostro Codice deontologico che prevede sia un preciso compito del medico occuparsi dell’ambiente “quale fondamentale determinante della salute dei cittadini” e considerando il numero di morti indicati dall’OMS per cause ambientali modificabili (23% della popolazione mondiale e 26% tra i minori di 5 anni) la Commissione Ambiente dell’OdM di Trento dal 2018 si è data tre obiettivi: formare i medici sulle patologie ambiente correlate, informare i cittadini sui danni per la salute dovuti al degrado ambientale, esprimere pareri sanitari all’amministrazione pubblica su questioni o progetti con impatto ambientale del proprio territorio.

Negli ambienti universitari manca ancora un insegnamento organico sulle cause ambientali delle patologie più frequenti, ecco perché diventa necessario creare dei corsi di aggiornamento su temi specifici ed eventi formativi. Uno dei primi progetti di Trento è stato quello di creare una Rete di Medici Sentinella per l’Ambiente finalizzata al monitoraggio delle patologie ambiente correlate sul territorio, da parte di MMG e PLS. Sono stati indetti poi vari convegni su inquinamento di aria, acqua, suolo, PFAS, microplastiche, alcuni in collaborazione con Isde, altri in sinergia con l’Università di Trento e la collaborazione per la formazione si è estesa poi agli altri Ordini Sanitari: Veterinari, farmacisti, Scienze infermieristiche. Importante obiettivo raggiunto è stato quello di inserire il tema ambiente e salute al Terzo anno della Scuola di Formazione in Medicina Generale ed è stato proposto al Rettore dell’Università di Trento di inserire il tema salute e ambiente nel piano di studi della Facoltà di Medicina.

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Esposizione a sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) e salute riproduttiva in giovani uomini

Francesco Bertola, un collega di ISDE Vicenza, da anni sta portando avanti una importantissima ricerca volta a valutare l’associazione tra esposizione a PFAS e salute riproduttiva maschile. Recentemente i primi dati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione in questo articolo, di cui Francesco è primo autore, che segnaliamo alla vostra attenzione.

L’articolo presenta i primi dati di uno studio che ha coinvolto 1.000 soggetti di 18-37 anni residenti nell’area veneta con contaminazione delle acque da PFAS, arruolati nel periodo 2022-2023 con l’obiettivo di valutare l’associazione tra esposizione a PFAS e qualità del seme in età giovane adulta. Si tratta di una analisi ad interim che riguarda 507 soggetti. Con il termine“analisi ad interim” si intende una valutazione preliminare su un sottoinsieme dei dati raccolti pianificata fin dall’inizio dello studio e volta a identificare i risultati più generali senza dover attendere il completamento di tutte le determinazioni analitiche sull’intero campione in studio.

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Quali sono le strategie di protezione individuali più efficaci per mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico?

Una revisione narrativa della letteratura pubblicata sull’ ultimo numero di Epidemiologia e Prevenzione ci aiuta a chiarire molti dubbi sull’efficacia delle strategie di protezione individuali per mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico. L’articolo ribadisce ovviamente che la riduzione delle emissioni rappresenta l’intervento primario e imprescindibile per mitigare gli impatti sulla salute derivanti dall’inquinamento atmosferico, ma descrive e valuta l’efficacia di tutte le misure di protezione individuale che possono aiutare sia le persone sane che quelle ammalate nelle varie fasce di età. Le categorie a rischio considerate comprendono bambini, anziani, individui affetti da patologie cardiovascolari e respiratorie. Le strategie di protezione personali esaminate includono l’impiego di purificatori d’aria, l’uso di mascherine respiratorie, la limitazione dell’esposizione in determinati periodi e luoghi, la pratica sportiva, la preferenza per mezzi di trasporto al ternativi e l’uso di sistemi di monitoraggio ambientale. Ricco di informazioni concrete e di facile applicazione, l’articolo si pone come uno strumento utile per la creazione di documenti di indirizzo e interventi di comunicazione e prevenzione. Riportiamo alcune indicazioni che emergono dalla lettura dell’ articolo.

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Siamo disposti a modificare la nostra dieta per il clima?

Questo articolo, scritto da Paola Michelozzi, Edda Parrinello e Simona Vecchi sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione, si concentra sul ruolo fondamentale delle diete sostenibili per la salute personale e per il benessere del pianeta, ribadendo che le diete ad alto contenuto di alimenti di origine vegetale e povere di alimenti di origine animale e di alimenti trasformati vengono ritenute tra le principali opportunità per ridurre le emissioni di gas serra provenienti dai sistemi alimentari, oltre ad avere un impatto positivo sulla salute.

Modificare la propria dieta rappresenterebbe uno degli strumenti più efficaci attraverso cui ridurre il nostro impatto sul clima e migliorare contemporaneamente il nostro stato di salute. . Diversi studi hanno evidenziato i cosiddetti co-benefici (per la salute e per l’ambiente) di diete con consumi ridotti di prodotti alimentari di origine animale (principalmente carni rosse e lavorate e latticini) e ricche di alimenti di origine vegetale. Le diete associate a minore consumo di carne (vegetariane e vegane, flexitariane, pescatariane) hanno mostrato effetti positivi sulla salute e una riduzione delle emissioni di GHG (rispetto a diete di riferimento), con maggiori benefici su diversi esiti di salute: mortalità, patologie cardiovascolari, diabete, patologie croniche correlate alla nutrizione, tumori.

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I medici si confrontano (e scontrano) con il cambiamento climatico

Francesco Cavasin

Nel 2019, ISDE TV ,  in collaborazione con l’Ordine dei Medici di Treviso ha realizzato e inviato un questionario  “il Medico, l’Ambiente, la Salute” a tutti i medici iscritti all’ Ordine per sondare l’interesse ed il bisogno di formazione su temi riguardanti gli effetti dell’inquinamento globale  sulla Salute dell’ uomo.

Dall’analisi dei dati raccolti ISDE TV ha potuto evidenziare come tra i medici che hanno risposto al questionario vi sia  una discreta sensibilità e desiderio di una formazione specifica riguardante le complesse interazioni tra Salute ed Ambiente.

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Effetti degli insetticidi sulla concentrazione spermatica

Le evidenze riguardanti gli impatti negativi dell’uso di insetticidi sulla concentrazione spermatica sono aumentate negli ultimi decenni. Studi condotti su un’ampia gamma di popolazioni hanno riscontrato una diminuzione significativa della concentrazione media degli spermatozoi e un ulteriore progressivo declino potrebbe minacciare la fecondità complessiva della popolazione generale.Le cause della ridotta concentrazione spermatica non sono completamente note, ma tra i fattori di rischio più importanti vi sono l’età, fattori legati all’alimentazione e allo stile di vita, e l’esposizione ambientale a sostanze tossiche per la riproduzione, in particolare agli interferenti endocrini. 

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Polveri sahariane: il fenomeno si sta modificando in relazione alla crisi climatica?

Un articolo pubblicato recentemente su “Epidemiologia e Prevenzione” segnala la correlazione tra l’intensità delle polveri sahariane e i cambiamenti climatici.

Durante il 2024, si è osservato un elevato numero di episodi di inquinamento da polvere sahariana in Europa. L’intensità e la frequenza di questi eventi è aumentata negli ultimi decenni in correlazione a cambiamenti nei modelli di circolazione atmosferica associati alla crisi climatica in corso.

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Pesticidi e salute dei lavoratori nel settore agricolo

Segnaliamo questo articolo della dott.ssa Fiorella Belpoggi, già Direttrice Scientifica dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che afferma “Possiamo con ragionevole certezza affermare che a tutt’oggi la relazione fra pesticidi e salute umana è stata ampiamente indagata e confermata, e costituisce un problema di salute pubblica “.

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Effetti delle prescrizioni verdi sulla salute. Una revisione sistematica

Lo studio è una revisione sistematica con l’obiettivo di esaminare gli effetti delle “green prescription” su diversi esiti di salute attraverso una revisione di studi randomizzati controllati. La “green prescription” rappresenta un intervento di salute basato sulla natura che coinvolge attività mirate a trascorrere del tempo e ad interagire con ambienti naturali per promuovere la salute e il benessere umano.

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