Come ridurre l’inquinamento atmosferico?

L’ atmosfera della Pianura Padana risulta essere tra le più inquinate del Pianeta per la presenza di elevate concentrazioni di sostanze chimiche quali Monossido di Carbonio, Anidride Solforosa, Monossido di Azoto, Benzene, Benzo(a)pirene, microinquinanti organoclorurati e polveri sottili per la maggior parte  derivate dall’ attività dell’ uomo.

In particolare, in  questo periodo dell’ anno,  l’ inquinamento atmosferico puntualmente  raggiunge i suoi livelli  più elevati,  con  concentrazioni di particolato di decine di volte superiore al limite consentito. Un loro sostanziale incremento si è verificato  nel Veneto, per alcuni giorni, in seguito alla accensione dei Falò  dell’ Epifania (1).

Per i livelli raggiunti dall’ inquinamento atmosferico della Pianura Padana urgono   decisioni lungimiranti che impegnino tutti, in primo luogo i decisori politici nel riconsiderare il modello di sviluppo socio-economico e nel proibire usi e costumi insalubri. Servono azioni mirate per proteggere maggiormente i poveri, gli anziani e i bambini dai rischi ambientali legati  all’inquinamento atmosferico,  acustico e dalle temperature estreme. Ciò in considerazione del fatto che la  maggior parte delle persone  vive nelle città dove la qualità dell’aria è, in questo periodo, scadente e in alcune ore del giorno, pessima.

Le stime più recenti dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (2),  evidenziano come  le polveri sottili siano causa della morte prematura di più di 400 000 europei l’anno. Il  Bel Paese è al secondo posto in Europa per morti per PM10 (60.600), al primo posto per morti da biossido di azoto (20.500) e per l’ ozono (3.200).  Il maggior contributo alle emissioni di inquinanti atmosferici proviene dal trasporto su strada, dall’agricoltura, dalle centrali elettriche, dall’industria e dal riscaldamento  domestico. L’inquinamento atmosferico riduce la durata di vita delle persone e contribuisce alla diffusione di gravi patologie quali malattie cardiache, problemi respiratori e cancro ( 3 ). Un’ ampia letteratura scientifica evidenzia poi come l’ambiente sia in grado di “plasmare” il DNA umano ma anche come l’ambiente riesca a modificare i meccanismi di regolazione del nostro DNA, il cosiddetto epigenoma, inducendo cambiamenti potenzialmente trasmissibili alle generazioni successive.

Per una più efficace tutela della Salute si deve investire sulla Prevenzione Primaria attuando  strategie condivise e partecipate attraverso la cultura, l’ economia, la finanza e il diritto. Il denaro investito in prevenzione, oltre a tutelare la salute delle persone, triplica i risparmi economici in dieci anni. Sicuramente gli antibiotici, alcuni vaccini, alcuni farmaci e alcune tecniche chirurgiche incidono sull’allungamento dell’aspettativa di vita, ma ci sono altri fattori ancor più importanti quali: i fattori socio economici e gli stili di vita ( per il 40-50%), le condizioni dell’ ambiente ( per il 20-30%), l’eredità genetica (per il 20-30 %) e i servizi sanitari ( per il 10-15%) (4).

Come Medici per l’ Ambiente  riteniamo ineludibile lo sviluppo di una seria cultura basata sulla  Prevenzione Primaria rivolta alla tutela e alla promozione della Salute delle popolazioni  e della salubrità dell’ Ambiente per una drastica  riduzione dell’  inquinamento atmosferico.

Purtroppo si sta facendo ancora poco per invertire la rotta.

Non possiamo quindi non denunciare la scarsa incisività e l’ inerzia di alcune scelte politiche a riguardo del contenimento  dei fattori responsabili dell’ inquinamento atmosferico che minacciano la salute della popolazione, dei singoli individui, soprattutto dei più fragili ed indifesi.

L’ impegno deve essere rivolto al potenziamento, all’accelerazione, alla razionalizzazione e all’attuazione delle soluzioni  e innovazioni — sia tecnologiche che sociali — già in essere,  stimolando nel contempo ricerca e sviluppo ulteriori,  catalizzando i cambiamenti comportamentali e, aspetto fondamentale, ascoltando e coinvolgendo i cittadini ( 5). A livello nazionale alcune azioni  sono da tempo definite ma oggi esse  vanno decisamente perseguite: abbandono del diesel  in quanto causa dell’inquinamento da NO2 nelle aree urbane e  di particolato fine; riduzione delle biomasse per il riscaldamento domestico in quanto  responsabili di una quota d’inquinamento da polveri; contenimento dell’inquinamento industriale legato ai processi di carbonizzazione;  riduzione delle emissioni di ammoniaca nel settore agricolo anch’esse  generanti particolato.

ISDE quindi  rivolge alla Comunità Civile un accorato appello affinchè si investa decisamente e con convinzione nella Prevenzione Primaria attraverso un insieme di attività, azioni ed interventi rivolti  al potenziamento dei fattori utili alla salute e all’allontanamento o alla correzione dei fattori causali delle malattie, o quanto meno ad evitare l’esposizione ai fattori di rischio ambientali.

Si dovranno creare sinergie tra amministrazioni locali e opinione pubblica per un cambiamento radicale degli stili di vita; del trasporto e della organizzazione urbana. Una  cattiva organizzazione della città e del trasporto urbano comporta  inquinamento, rumore,  ridotta disponibilità di verde e attività fisica con  pesanti risvolti sulla salute della popolazione.

Ognuno di noi può intraprendere abitudini e costumi  salubri come: usare di più i mezzi pubblici e la bicicletta; camminare di più a piedi con i bambini scegliendo orari e luoghi di minor traffico; andare a scuola in modo autonomo utilizzando “pedibus” e  piste ciclabili;  collaborare con gli enti preposti perchè il piano traffico tenga conto delle esigenze dei bambini; scegliere l’auto nuova tra quelle che più rispettano l’ambiente; preferire parcheggi sotterranei, non sostare con il motore acceso e tutti possiamo allontanare il traffico dalle scuole e istituendo percorsi controllati e chiusi alla circolazione in vicinanza degli edifici scolastici.

Ci vuole impegno, coraggio e determinazione: “La prevenzione, infatti, è come i carmina: non dat panem, né tangenti”. Non incrementa il consumo di farmaci, anzi suo scopo è – tendenzialmente – di ridurne l’impiego. Dunque, non interessa alle case farmaceutiche… Non incrementa i ricoveri ospedalieri, anzi, se funzionasse, ci sarebbero meno malati e perciò meno ricoverati… Non distribuisce lenimenti e conforti, non esibisce risultati né clamorosi né immediati; e non procaccia consensi. Talvolta costringe a interventi strutturali, anche costosi. Dunque, è meno che mai in auge tra i politici, cui arride il belletto e l’apparenza, non il rigore e la sostanza. È un’arte povera, una disciplina scalza, una pratica a suo modo sovversiva”. [6]

Nella salvaguardia della Salute dell’ Uomo e dell’ Ambiente siamo  tutti indistintamente coinvolti. La salute deve essere una priorità nell’ambito delle scelte politiche e il criterio di scelta deve essere la qualità della vita, opponendosi con tutti i mezzi a quei soggetti e a quelle situazioni che perseguono iniziative non rispettose della salute e dell’ambiente. E per la Sanità Pubblica “la riduzione dell’ inquinamento atmosferico deve considerarsi uno degli interventi medici più efficaci” (7).

Associazione Medici per l’ Ambiente ISDE TV

Il Presidente

Francesco Cavasin

Bibliografia

  1. Sito arpa.veneto,it : qualità dell’ aria.
  2. EEA: l’ ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2020.
  3. Lancet Countdown report 2018.
  4. Wilkinson R. e Marmot M. I determinanti sociali della salute. I fatti concreti. Edizione Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alle Politiche alla Slute, Trento 2006. P.3.
  5. Bruyninckx H. Direttore esecutivo, Agenzia europea dell’ ambiente; da “L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2020 p. 3.
  6. Ferigo G. Il certificato come sevizia. Udine: Editore Forum;2003. p.138.
  7. Pope A. N.Engl J Med.2009 Jan 22;360(4):376-86.