Comunicato ISDE TV su Cementificio “Rossi”

La Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale ( V.I.A) si è recentemente pronunciata a favore dell’ uso di plastiche provenienti dalla raccolta differenziata come combustibile per i forni del Cementificio “Rossi” di Pederobba. In attesa della documentazione ufficiale si sottolinea come la Commissione abbia condizionato il suo assenso ad una serie di prescrizioni vincolanti per lo Stabilimento quali: una graduale e progressiva riduzione delle emissioni; l’adozione di adeguate e sofisticate apparecchiature di ricerca degli inquinanti; un più stringente monitoraggio ( in continuo) dell’aria dal camino ed in prossimità del Cementificio. Inoltre ha ritenuto di dover estendere il sistema dei controlli a diverse, numerose sostanze ritenute pericolose: PM10; PM 2,5; Idrocarburi Policiclici Aromatici; Furani; Diossine; Mercurio; Piombo; Nichel; Arsenico; Nichel Cadmio; Tallio; Antimonio; Cromo; Cobalto; Rame; Manganese; Vanadio; Stagno e NOx. Inoltre ha chiesto di effettuare verifiche fonometriche diurne e notturne sui rumori generati dall’ attività industriale.Tutto ciò per sostenere e rendere possibile la produzione di 2500 tonnellate al giorno di cemento per la quale sono necessari combustibili convenzionali come i derivati dal petrolio e alternativi come i pneumatici esausti che scarseggiano e, quindi, di difficile reperibilità. Al loro posto, in quantità crescenti, si concede l’autorizzazione di incenerire le plastiche riciclate.

D’ altronde la legge italiana consente ai cementifici di continuare ad operare come co-inceneritori.

ISDE Treviso ribadisce quanto riportato a suo tempo dal dr. Bruno Franco Novelletto, ISDE PD, nelle riflessioni sulla questione cementifici di Monselice: “Come Medici per l’ambiente ISDE non possiamo non far riferimento anche in questa occasione al principio di precauzione per la difesa del nostro territorio e della salute. Bruciare i rifiuti è pericoloso per la salute poiché trasforma i rifiuti in ceneri e composti nocivi immessi nell’ aria e nel ciclo degli alimenti. La combustione dei rifiuti nei cementifici sarebbe causa di emissione di  inquinanti quali composti organici clorurati, metalli pesanti (tra cui mercurio, piombo e cadmio), diossine (che vengono assunte per il 85% tramite la catena alimentare e la cui tossicità è elevatissima essendo liposolubili e persistenti – tempi di dimezzamento di 7/10 anni nel tessuto adiposo, oltre 25 anni nel suolo). La contaminazione di queste (e altre) sostanze è molto complessa con effetti sulla salute della popolazione difficilmente stimabili o anche solo ipotizzabili e può seriamente compromettere la salute umana con probabili danni trans-generazionali legati a modifiche geno-epigenetiche. Per questo dovrebbe essere imprescindibile: ” assumere un atteggiamento di massima precauzione, evitando il più possibile l’immissione nell’ambiente di inquinanti molto pericolosi (o sospettati di esserlo) e quindi riducendo l’esposizione della popolazione (prevenzione primaria) ed abbracciare il principio di responsabilità che tra l’altro “significa anche il dovere di informare, impedire l’occultamento di informazioni su possibili rischi… (Lorenzo Tomatis Direttore 1982-1993 IARC – Fondatore ISDE Italia”).

Pertanto come ISDE riteniamo si debba procedere speditamente con l’ avvio dello studio epidemiologico ambientale che il Servizio Epidemiologico Regionale ha deciso di intraprendere in collaborazione con l’ Università di Brescia dopo aver accantonato il “Metodo Crosignani” anche se inizialmente ritenuto idoneo ed adeguato allo scopo. Come Medici per l’Ambiente auspichiamo che lo studio venga realizzato compiutamente e quanto prima (ex ante). La ricerca scientifica, l’ osservazione clinica e l’applicazione di metodiche e strumenti innovativi di tracciabilità degli inquinanti possono fornire elementi utili a definire lo stato di salute della popolazione e dell’ ambiente prima dell’ incenerimento delle pastiche riciclate in modo da valutare compiutamente quale sia il loro impatto (ex post) sulla salute della popolazione e dell’ ambiente.

il Direttivo ISDE Treviso